Ho ricevuto una telefonata, appena qualche giorno fa. Era mio cugino Delfo, da Torino.
(«Come, fa un nome? Ma se finora ha mantenuto il più stretto riserbo su ogni aspetto della sua vita», «Beh, mica tanto… sappiamo cosa guarda in tv, che giochi da padre snaturato ha fatto fare ai suoi figli, cosa pensa e soprattutto cosa non pensa del terrorismo, sappiamo pure che gli si è rotto il telefono ed è stato due giorni senza… », «Non mi dire che non lo sai… l’ha rotto di nuovo! La settimana dopo averlo ritirato. Ma stavolta non ha avuto il coraggio di farci l’articolo», «E ci credo, lo avrebbero preso in giro fino in Venezuela!», «Ad ogni modo, è strano che abbia fatto un nome vero, anche se credo stia allentando la presa… persino il suo nome ogni tanto appare nei commenti degli amici… ormai gli manca da far sapere solo il codice fiscale e l’IBAN»)
Ha esordito, con parole schiette e inequivocabili: “Ciao, Cugino!”
(«Mamma mia, se deve scrivere una frase ogni quarto d’ora, chiedo asilo politico ai marò in India, almeno mi fanno un po’ di compagnia», «Aspetta… secondo te lo ha chiamato veramente “Cugino”? O sta ancora cercando di coprire il suo nome vero…», «No, stupido, è marketing. Si ribadisce il legame familiare all’inizio della telefonata, in modo da poter poi mollare il colpo in maniera indolore.» «Giusto, giusto! Mi fai un altro esempio?» «Pensa a quando eri bambino, vedevi tua madre che prendeva la macchina per andare al lavoro e le dicevi “Mamma, mi dai 5 mila lire per la merenda?”. E lei ti rispondeva colpita dal fascino della più dolce delle parole: “Ecco, tieni figliolo!”. Ora, se le avessi detto soltanto :”Mi dai 5 mila lire”, senza anteporre il vostro legame sanguigno, probabilmente tua madre avrebbe alzato il finestrino di scatto, mimato il vuoto dentro il portafoglio, fatto capire che per nessuna intenzione ti avrebbe lasciato lavare il vetro al semaforo e sarebbe sgommata via abbattendo il cancello.»)
Quindi, perentoriamente : “Mi piace il tuo blog. Scrivi molto bene, ma il tuo design fa schifo. Hai un logo in cui si vede lo sfondo nero che fa schifo, un’intestazione arancione che è un pugno in un occhio con il resto dei temi e quindi fa schifo, La struttura dell’intero tema di wordpress non mi convince… non va bene, non va bene per niente. L’ho già detto che fa schifo?”
(«No, diglielo un’altra volta. Un bagno di umiltà non può che fare bene ogni tanto. Già che era sul pezzo, come mai non gli ha detto nulla sul colore della macchina?» «A me piace, forse piace anche a lui…» «Può piacere ad un pastore errante dell’Asia che canta di notte alla luna credendo che si tratti del sole, tanto è daltonico! Non certo ad un essere umano cosciente», «Eh ,ma forse questo cugino abita lontano e non ne ha mai visto il colore», «Lo spero per lui!»)
La conclusione, senza che il sottoscritto potesse ipotizzare una risposta, è stata decisa: “Basta! Per adesso, ti rifaccio il logo. Poi, in futuro, penseremo al resto!“. Clic.
«Oh, sai che mi piace ‘sto tipo. sembra in gamba. Si è già messo in società», «Si anche a me piace. Ma secondo te dove sta la fregatura?», «Macchè fregatura, sono cugini, si vogliono bene.», «Sarà anche come dici tu, non è che gli arriva all’improvviso una fattura da millemila euro?», «Nah… Non capiterà mai, al massimo gli offrirà un caffè…», «Si, magari direttamente in Brasile!»
E così, ecco a voi il nuovo logo di Back to the Blog, realizzato dalla desinger Francesca Mertoli, con la supervisione di Delfo Messina, entrambi brillanti operatori nel settore del web marketing&design.
Ci distacchiamo per la prima volta dal classico logo di Back To The Future, un po’ come tagliare il cordone ombelicale. A 30 anni dall’uscita del film potrebbe anche essere l’ora.
Grazie, ragazzi.
Ehi, voi due, quassù. Riponete al loro posto l’aureola e il forcone e scendete da queste spalle, che avete già rotto abbastanza con i vostri commenti fuori campo.
«Uffa, mai che ci possiamo divertire un po’…», «Certo, vuole essere sempre lui il protagonista!», «Ma… la storia cambierà!», «Giusto! Prima o poi avremo uno spin-off tutto nostro!»
P.S. Impegni lavorativi impellenti mi stanno tenendo lontano dal blog per qualche giorno. Recuperemo in futuro. A presto!
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…e allora Buon Natale!