Il Prof Emigrante – Prologo (dal “Day -6” al “Day -1”)

Day -3
Le valigie e le necessità

29/8/2016

“La valigia sul letto / È quella di un lungo viaggio / E tu senza dirmi niente hai trovato il coraggio”

Già. Stamattina ho fatto le valigie. Certo, far migrare un uomo di mezza età (ok, un po’ meno di mezza, facciamo “di un terzo di età”, volendo essere ottimisti) con tutti i suoi usi e costumi non è la cosa più immediata.

Lascio casa e famiglia, seppur temporaneamente. Il diktat di mia moglie è lapidario: “portati solo lo stretto indispensabile per trascorrere i primi mesi“. Il mio pensiero, guardandosi bene dal diventare parola in sua presenza, va immediatamente al computer, alla bici e alla tv nuova: come posso abbandonarli? Hanno tutti e 3 meno di un anno!

Al computer ho preventivamente pensato sostituendolo con un fratellino più piccolo acquistato con i 500 euro del bonus formazione (aggiungendone quasi altrettanti – prima o poi dovrò confessarlo davanti ad un tribunale divino (e certo, anche a mia moglie)). Verrà con me senza problemi, carico delle sei stagioni del Trono di Spade che ho inconcepibilmente tralasciato negli anni, le quali saranno per me fonte continua di aggiornamento.

La bici nuova, regalo dei miei – ehm…coff… coff… nta anni – sfrontatamente bella, languirà triste sotto chiave.

Il televisore, 55 pollici di pura gioia tecnologica, abbandonato a chi non lo apprezzerà mai abbastanza, sarà ridotto ad uno schermo per videogame.

Certo, dopo aver riacquistato la lucidità necessaria, ho iniziato a fare le valigie come si deve, con la supervisione di mia moglie (e le mogli che mi leggono sanno esattamente cosa intendo per loro supervisione) (i mariti purtroppo – o per fortuna – pure), inserendo di tutto e di più, favorito dal fatto che andando in macchina non avrò i consueti limiti aeroportuali.

biscotti-traghetto
I biscotti di mia suocera (loro sì che hanno trovato spazio in valigia), impazienti di varcare lo Stretto di Messina. Ad ogni risalita, finora, hanno sempre avuto dei degni eredi.

C’è stata qualche divergenza in itinere. La “Sua” idea della “mia” vita da emigrato, prevede che io già nel primo giorno di insediamento nella nuova casa (avremo modo di parlarne) riesca a renderlo un ambiente neutro ed igienicamente impeccabile, pari COME MINIMO ad una sala operatoria. Così, oltre all’abbigliamento e al necessario per la professione, partirò domani mattina con questo ormai celebre “minimo indispensabile per vivere decentemente” che mi aiuterà nell’impresa.

E una lista di prodotti da acquistare senza indugio al supermercato, per usare molti dei quali dovrò cercare su internet: A) cosa sono B) A che servono C) Come si usano D) Come smaltirli perché per raggiungere gli obiettivi igienici prefissati (le leggendarie competenze finali) devono quantomeno essere radioattivi.

Ora è tutto pronto: due valigie grandi, un trolley con le piccole cose, la borsa del lavoro, un cuscino (“Non vorrai mica dormire su qualsiasi cosa trovi? Magari è inutilizzato su quel letto da decenni“), alcune bottiglie di vino e due cassette di limoni appena colti da regalare ai parenti in città.

Domani, ore 6.00, si parte!


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