Day 39
Un mese
09/09/2016
Mi sono riletto un po’ nell’ultima mezzora e sono giunto alla conclusione che ultimamente la componente nostalgica nelle mie parole sta prendendo un po’ troppo il sopravvento.
Lo so, sono lontano dalla famiglia e da tutto quello che ho costruito nei 40 anni precedenti della mia vita ormai da un mese pieno. C’è poco da stare allegri. Il lunedì poi è una giornata pesante di per sé; aggiungendoci il pendolarismo da 1.500 km e il momento del distacco fisico – sempre straziante – in aeroporto, può diventare una giornata “stabilmente destabilizzante“.
Quindi stasera, ho voglia di ottimismo.
Voglio parlarvi di come mi stia arricchendo questa esperienza personale, anche se forse è un po’ fuori luogo usare il termine “arricchendo” con il conto in banca che sanguina ancora, ferito dal mio secondo shopping aereo e lacerato dal prelievo per l’anticipo cauzionale richiesto dal proprietario di casa – due mesi in contanti più la commissione dell’agenzia. In banca mi avranno preso per un corriere della droga.
Vediamo un po’…
1) Sto conoscendo una gran bella città: non caotica, non sempre grigia (ancora), piena di storia e di arte, densa di eventi, Con dei parchi bellissimi che ti invitano a fare attività fisica (e io da maleducato finora ho sempre declinato), vivibile nella vita di tutti giorni, tranquilla e non pericolosa la sera (A meno che tu non te le vada a cercare, naturalmente). E’ maestosa, regale ed elegante.
2) Sto provando l’esperienza di vivere da solo, cosa che non avevo mai neanche sfiorato in vita mia, passando direttamente da una vita da figlio a quella da marito. Sensazioni nuove, certo, ma niente di eclatante. Farlo a 20 anni, in una città universitaria, senza legami sentimentali stabili e senza prole che ti manda messaggini “torna presto“, deve essere tutta un’altra cosa.
3) Sto facendo un corso accelerato – non accreditato MIUR – sulle faccende di casa. Cucinare, lavare panni e pavimenti, stirare… per me erano finora prestazioni occasionali non retribuite delle quali mi occupavo saltuariamente (e con risultati dubbi) “se e solo se” mia moglie non poteva, perché al lavoro anche lei. E da domani, nella nuova casa, mi toccherà anche lavare il bagno. Il panico… lo sento… eccolo che arriva!
4) Mi confronto quotidianamente con colleghi e studenti provenienti da tutta Italia e non solo, finiti qui nella stessa scuola per vie diverse e con esperienze di vita diametralmente opposte. I colleghi entusiasti del loro lavoro, gli studenti volenterosi e determinati nella loro domanda di apprendimento. Ogni dialogo ti da qualcosa in più, ogni personaggio può insegnarti qualcosa.
5) Ho assaggiato cibi nuovi, conosciuto modi di dire e abitudini diverse, incontrato gente strana… e ho visto una partita di Champions League in uno stadio appartenente ad un altro mondo.
6) Ho rivalutato la gente del Nord, o perlomeno le dicerie popolari su di loro, anche perché credo che non esistano più gli originali al 100% di razza padana: sono tutti meridionali di seconda o terza generazione. Persino l’accento è difficile da identificare in un melting pot dialettale dalle sfumature infinite. E ancora non si sono ben integrati i cinesi! Nessuna percezione di velato razzismo come nella mia esperienza veneta di trent’anni fa, anche se pare ormai chiaro che il meridionale non fa più paura e gli obiettivi da demonizzare sono altri.
7) Ho incontrato amici della zona che non vedevo da tempo, ho persino contribuito ad organizzare un miniraduno fantacalcistico del Nord Italia nell’unica domenica di ottobre in cui non potrò scendere giù a casa: siamo già a 19 partecipanti, compreso il mio migliore amico – single – che è andato ad insegnare a Milano (e che infatti si diverte). Se vi interessa, care proffollowers in età da marito, vi do il contatto facebook. Ma trattatemelo bene, altrimenti dovrete fare i conti con me, chiaro?
8) Ho creato un FB-blog seguito da un bel po’ di colleghi e colleghe che non si sentono pesantemente insultati se li chiamo proffollowers. Ci avrò perso qualche ora di sonno, ma ne è valsa la pena e la microscopica community che si è creata mi tiene compagnia.
Il Prof Emigrante
in terapia antidepressiva
(maledetto lunedì)
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NOTE:
1) Per una persona particolare che domattina leggerà questo post ed è direttamente coinvolta dalla mia situazione: “NO, NON SUCCEDE. STAI TRANQUILLA, NON HO INTENZIONE DI MOLLARE TUTTO PER RESTARE QUI DA SOLO. LEGGI BENE LA PREMESSA INIZIALE”
2) Visto che per la prima volta sto condividendo questo post in un nuovo gruppo, mi sembra doveroso lasciare spazio alle presentazioni: quindi, per trovarle, andate a ritroso nella pagina fino al giorno -6 P.S. (25 Agosto, eravate ancora al mare, bei tempi!)
3) Per tutti coloro che stanno leggendo questo blog: vi ricordo che chiunque è animato dalla voglia di raccontare, lo fa per ricevere un feedback dai suoi lettori: un commento, uno smile, una parolaccia! Il “mi piace” sulla pagina FB, vi terrà aggiornati quotidianamente sulle mie peripezie.
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