Day 42
La buona, la cattiva e la… surreale
13/10/2016
Sono andato a scuola all’una, sono tornato a casa alle dieci di sera.
Ogni passo dal parcheggio alla casa, in una serata che si è portata dietro un forte carico di stanchezza scolastica e intenso nervosismo extrascolastico, scandiva l’avvicinarsi di una speranza di luce.
Una speranza vana, però. Sono alla terza notte al buio e fuori fa più freddo che nelle precedenti, quindi onde evitare patimenti non necessari, mi sono infilato subito a letto. Ho richiesto stamattina l’attivazione del metano per il riscaldamento, martedì toglieranno i sigilli al contatore. Considerando che nel week end tornerò giù, questa situazione da last survivor dovrebbe durare ancora solo pochi giorni.
Freddo, buio e mancanza di connessione a parte (la fame, ad esempio, non sarà mai un problema) la giornata si è distinta per una buona notizia, una cattiva e un dialogo surreale.
La buona notizia è che mia moglie verrà presto a trovarmi, le farò conoscere questa realtà e per qualche giorno diverrà una sorta di “vacanza di lavoro“.
La cattiva notizia è che non sto riuscendo a dare il contributo a distanza che speravo nell’aiuto quotidiano con i miei figli. Oggi, poi, non li ho sentiti neanche un attimo. Di mattina loro a scuola, di pomeriggio io: cercherò di non farlo più succedere.
Veniamo al dialogo surreale. Il prof emigrante, finiti gli esami di idoneità, si ritrova a chiacchierare con un prof emigratodatanto, un prof residente ed un prof emigratosenzafamiglia di come si vive in questa città. Dove stai, cosa fai, come vivi, come ti trovi… insomma, tutta l’attenzione – come un po’ troppo spesso accade – è riversata ancora una volta sulla mia persona e la situazione che sto vivendo. Sto diventando una specie di fenomeno da baraccone (“E adesso guardate in quella scuola, laggiù, il prof che ha lasciato la sua terra e la sua famiglia e oggi vive da solo in una grotta buia. Se volete, potete pure tirargli le noccioline “).
Beh, non so come e non so perché, la chiacchierata si è trasformata in uno spot di marketing territoriale volto a farmi apprezzare la città in cui mi trovo e a convincermi ad eradicare l’intera mia famiglia fino a portarla qui.
Il prof emigrato mi ha raccontato di come da giovane, appena arrivato su dalla Puglia, viveva come me con il desiderio di tornare giù appena se ne presentava l’occasione. A quel tempo incontrò un’anziana signora che gli chiese il perché aspirasse a tornare giù quando per molti motivi si vive meglio su.
Il prof le rispose “la mia vita e la mia famiglia sono lì.”
La vecchia chiuse il discorso dicendogli “ti ridurrai come me, sciocco! Se tornerai giù a casa, poi dovrai risalire per venire a trovare i tuoi figli, come me oggi a 93 anni! Cosa gli offre il sud? Loro verranno qui a studiare e/o lavorare e tu sarai lì, a casa tua, ma lontano da loro”
Parole forti! Ma a me non succederà. Mai.
(Anche se pare che inizialmente dicano tutti così, poi invece…)
Il prof emigrante,
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NOTE:
1) Il naso che cola è un BRUTTISSIMO segno.
2) Vado a letto con la batteria al 33%. Non si può andare avanti cosi.
3) Domani inizia la ricerca per una connessione ILLIMITATA (streaming e videochiamate in abbondanza) a condizioni favorevoli e con diritto di recesso annuale o meno. Faccio appello a voi. Avete esperienza di chiavette, abbonamenti, operatori con cui sottoscrivere il contratto? Conoscete Linkem? (Se si, che ne pensate?)