Day 49
A.A.A. Insegnanti Cercasi
18/10/2016
La preside, con il suo forte accento locale, molto simile al Gianduia Vettorello di Teo Teocoli di qualche decennio fa, di fronte ad un intero collegio docenti ancora sul piede di guerra per il punto precedente riguardante i progetti e la gestione del fondo d’istituto, viene interrotta mentre stava per sciogliere la seduta nella speranza che le celeberrime “varie ed eventuali” restassero solo sulla carta.
Un collega, con voce furente, interviene per chiedere cosa ne è stato dei docenti ancora da nominare. La preside risponde costernata:
“Guardi, professore Xxxxxxxxxxxxxxxxxxx – (il numero delle x corrisponde davvero alle lettere del cognome ) – , abbiamo convocato finora circa 75 persone fra gae e graduatorie d’istituto per trovare un insegnante d’italiano, nessuno ha ancora voluto accettare. Domani faremo un ulteriore convocazione… Quasi non ci resta che chiedere alla gente per strada!”
Ho voluto immaginare la stessa situazione giù al Sud: si libera un posto di lettere a metà ottobre.
1) 35 professoresse sanno già del posto che si deve liberare, ben prima che questo risulti al CSA. Ognuna di loro si autoconvince che quel posto appartenga proprio a sè stessa per diritto divino, naturalmente ogni altro pretendente non può che essere un vile usurpatore cui schiacciare la testa come ad un serpente.
2) Altrettanti professori già assegnati in altre sedi, trovano questa nuova sede libera più interessante della propria e scatenano una valanga di telefonate e proteste negli uffici in cui si deciderà la nomina per rinunciare alla propria sede e trasferirsi in corso d’anni, guadagnando a volte ben 3 minuti di viaggio (inconsapevoli di innescare un effetto domino di disagi nella sede lasciata che verrà riassorbito 3 medi dopo) (continuità didattica questa sconosciuta).
3) Ogni aspirante indaga sulle altre. Nel giro di poche ore si sviluppa un database degno dei servizi segreti israeliani: Chi sono? Hanno famiglia? Che punteggio hanno? Sono già impegnate in qualche scuola? Quali ostacoli posso tirar fuori se dovessero ricevere la proposta di nomina?
4) Al momento dell’incarico presso la scuola, nonostante i convocati siano 10, si presentano in 325… giusto per vedere come va.
5) Brusio in aula magna (altrimenti dove li metti tutti e 325?): manca la prima della lista dei convocati. La seconda vive un sogno, riceve strette di mano con le puntine dentro e finte congratulazioni cariche di odio da parte dei presenti. Si sente, in fondo alla sala, un tizio che sussurra al telefono, è il marito della terza: “Grazie. No, non è necessario torturarla… mi basta che non arrivi qui entro le 12, dopo puoi liberarla“. Chissà quale altro asso nella manica nasconde?
6) Urla, strepiti e mancamenti, nel momento in cui il preside annuncia che ha comunque ricevuto la delega dalla prima in graduatoria, inviata per sicurezza giorni prima. Quando si ha a che fare con i precari della scuola la prudenza non è mai troppa.
7) Un instante dopo partono immediatamente 324 ricorsi, con le motivazioni più disparate: orari incompatibili, eccessiva distanza con i comuni di completamento, contratto firmato con penna blu anziché nera, allerta meteo nella regione confinante, intolleranza al glutine contenuto nei crackers del segretario che ha impedito una tempestiva opposizione, ecc. ecc.
8) arrivano i carabinieri per calmare la situazione, ma finiscono per mettersi a flirtare con le numerose prof., da sempre sensibili al fascino della divisa.
9) il preside e il segretario fuggono da un’uscita secondaria. Le prof si rassegnano. È già sera, si organizza una grigliata veloce fuori dai cancelli della scuola per attendere con canti e balli intorno al pentolone con l‘assa fetida, la convocazione dell’indomani mattina nella stessa scuola.
10) si torna a casa prima dell’alba senza salutare i colleghi, perché il saluto è segno di debolezza e non è il caso di fraternizzare con coloro i quali si dovrà ricorrere l’indomani.
Sono di ruolo, finalmente. Tutto questo non mi mancherà.
Il prof emigrante
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Note
In meno di 24 ore ho “conquistato” garage, luce e gas e venerdì avrò finalmente internet. La mia vita da emigrato sarà un po’ meno dura. Peraltro dopo 5 giorni di vita in questa casa, ho scoperto che il bagno non è azzurro ma un pallido verdino.
Continua in Day 50 – Day 59 – La nuova casa, il pacco dal sud ed il demone Balrog
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