Il prof emigrante – Il fondamentalista cattolico e l’arabo felice (Dal day 70 al day 79)
Day 77
La pila
12/11/2016
Da quando ho preso l’asse da stiro tutto è molto più facile. Ormai sono un professionista, il passo da qui a mollare tutto per aprire una lavanderia sotto casa (“Il prof stirante“) è breve.
Sono riuscito a perfezionare una tecnica di stiratura delle camicie che mi viene invidiata dalle casalinghe di mezza Europa.
Lo schema di attacco è avvolgente. Si parte dal colletto, quindi si infila la camicia nella punta dell’asse e si stira il pezzo unico sulle spalle, successivamente la camicia inizia una rotazione su se stessa intorno all’asse da stiro simile a quella del Foxbury, per poi concludersi appesa nella gruccia in un tripudio di soddisfazione personale.
Ieri, ad esempio, tanta era la soddisfazione per l’avvenuta perfetta rotazione, che mi sono accorto solo dopo aver riposto la seconda camicia nell’armadio che in entrambi casi avevo dimenticato di stirare le maniche.
In ogni caso, ormai questo mostro, alla sesta sessione di stiratura della mia vita, la più lunga, è stato esorcizzato e nonostante ieri avessi una pila di roba da stirare alta “3 lavate” (nuova unità di misura del SI), me la sono cavata in appena due ore e mezza, con ancora qualche difficoltà solamente nelle lenzuola con gli angoli, alle quali ho rimediato affidandomi al noto metodo QLMSMSSDS (“Quando le metto sul materasso si stirano da sole“).
Ma questa non è che la prima “pila” di ieri. E’ notevolmente cresciuta, ad esempio, quella dei compiti in classe da correggere. Siamo a 4 unità che mi guardano speranzose dal tavolino in cui è poggiata la borsa del lavoro e sembrano non chiedere altro che: “allora, prof. quando vieni a colorarci di rosso e di blu come solo tu sai fare?”
Ma la pila più grande e che fa più paura di tutte è una pila figurativa. Da ieri ci è stato dato il via libera per passare al registro elettronico: due mesi e mezzo di attività cartacea da recuperare, assenze iniziali su fogli volanti, voti scritti su fazzolettini di carta…
Il sistema adottato (denominato “Spaggiari”) ti obbliga poi a lavorare da un pc a scuola o a fotografare tutti i registri di classe (che magari è pure reato) per poter procedere da casa, inoltre ha una grande pecca: non è mobile-user friendly e quindi se non hai la LIM in classe – e io non ne ho – sei obbligato a prendere appunti e poi rifare tutto da casa, oppure a portare sempre con te il tablet o il notebook.
Insomma, niente di che, il tempo che mi ci abitui.
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Note:
1) Obiettivo lavoro alternativo: sto studiando l’applicabilità del sistema dei voucher. Poi dovrò solo trovare gli studenti. Chissà se il leggendario metodo dei foglietti da strappare all’università esiste ancora?
2) Nei giorni in cui Lei era qui lamentava l’assenza di una radio, di una tv accesa, di una voce che le facesse da sottofondo. Evidentemente in quel weekend i vicini erano fuori: ieri sembrava l’ X-Factor dell’urlo.
3) Ho comprato un paio di scarpe nuove con la caviglia alta, simili a stivaletti, sotto le quali ho potuto finalmente mettere i calzettoni di spugna. E un cappellone da sciatore rasta per la testa. Sono una persona nuova, finalmente.
Continua nel Day 78 – Il tira e molla oscurato dal blackout