Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra
E un pianoforte sulla spalla
Il protagonista esordisce immediatamente dando prova del proprio stato confusionale: afferma infatti di ricordare quella che evidentemente è un’immagine artificiosa, il pianoforte sorretto sulle spalle dai quattro amici, chitarra compresa. Non è ben chiaro se lo stiano solo sorreggendo o sia in atto un processo di deambulazione.
Come pini di Roma, la vita non li spezza,
questa notte è ancora nostra
Passo ambiguo, di dubbia interpretazione. Potrebbe trattarsi di un fortissimo momento di satira sociale, in cui l’autore critica l’amministrazione comunale della capitale per il verde pubblico che non viene distrutto dalla vita stessa ma dalle scelte scellerate dell’uomo. D’altra parte in esso può nascondersi anche un omaggio ai numerosi Giuseppe che in passato hanno ricoperto ruoli di rilievo nella società romana, – i “Peppini” da cui “Pini” – che hanno reso grande con il loro coraggio la città eterna. O infine, potrebbe trattarsi di una palese metafora sessuale. L’affermazione di proprietà condivisa di una parte della giornata, poi incrementa il pathos in vista del passaggio successivo.
Come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati?
Frase apparentemente messa lì a caso e sconnessa dal resto della canzone. In realtà pare che, durante la stesura del testo, sia stata inserita erroneamente prendendo spunto da un’esternazione del vicino di casa Augustone lo sfasciacorazze, gladiatore delocalizzato al Circo Massimo, intento ad osservare dal proprio balcone l’avvocato Tosti, 148 cm cappello compreso, rientrare in ufficio con la notevole segretaria finlandese che, sì, porta gli occhiali.
Le bombe delle sei non fanno male,
È solo il giorno che muore, è solo il giorno che muore
L’avvicinarsi della sera mette pressione al giovane studente. Il pensiero ricorrente della morte è legato alle minacce del padre riguardo una sua infima destinazione lavorativa per l’intera estate in caso di mancato conseguimento del diploma.
Gli esami sono vicini, e tu sei troppo lontana dalla mia stanza
Si inizia a sentire la pressione. La fidanzata, imbottigliata nel traffico del raccordo anulare, ha ancora gli appunti di Storia sulle cause della seconda guerra mondiale e lo studente non riesce a comprendere come l’arciduca Francesco Ferdinando possa essere stato ucciso all’alba di entrambe le guerre mondiali
Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto,
Didattica per associazioni. Il testo è stato qui accorciato in quanto pare che la strofa originaria comprendesse anche il la madre, i nonni, diversi cugini e l’intera rosa della Roma campione d’Italia 1982-1983. Negli appunti mai riconosciuti dall’autore stesso, l’improbabile associazione mnemonica fra Bruno Conti e Gabriele D’Annunzio.
Stasera al solito posto, la luna sembra strana
Sarà che non ti vedo da una settimana
La fidanzata ha con se anche il libro di scienze, palesando una leggera rabbia per la prolungata mancanza del testo. Lo studente entra infine nel panico, poi, riconoscendo le proprie lacune di fronte ai concetti di fase lunare e di solstizio d’estate, appena percepiti al telegiornale della sera.
Maturità ti avessi preso prima,
Il rimpianto delle 3 precedenti bocciature lungo il percorso di studi si fa strada in un breve momento di consapevolezza…
Le mie mani sul tuo seno, è fitto il tuo mistero
Il tuo peccato è originale come i tuoi calzoni americani,
…che però finisce quasi istantaneamente nel momento in cui la concentrazione si sposta sul mistero stesso della sessualità, con il protagonista ancora turbato dalla scena in cui vide, di nascosto, la prosperosa fidanzata, in piedi, urinare presso un albero di Villa Borghese.
Non fermare ti prego le mie mani
Sulle tue cosce tese chiuse come le chiese,
Quando ti vuoi confessare
Ma quando la natura chiama, c’è poco da fare. Il forte richiamo all’oscurantismo clericale presente in questo passo – la chiesa trovata chiusa nel momento in cui il protagonista sente il bisogno di liberarsi, riversando in lei tutti i propri peccati – pare rivelarsi piano dietro all’ombra di una consapevolezza di sé che vacilla di fronte al fresco “no” della propria ragazza, costretta a sostenere l’esame proprio in “quei giorni lì”.
Notte prima degli esami, notte di polizia
Certo qualcuno te lo sei portato via
Lo studente, represse le proprie pulsioni sessuali, si ritrova così ad invocare l’arresto pur di non dover sostenere l’esame.
Notte di mamma e di papà col biberon in mano,
Notte di nonno alla finestra, ma questa notte è ancora nostra
Non lo aiuta di certo il pensiero dei sacrifici dei genitori per farlo studiare o del nonno che ancora attende una pagella che non preveda esami di riparazione. L’ipotesi di una nuova imminente delusione lo porta a riaffermare il concetto di proprietà temporale. C’è una notte intera davanti: magari è ancora in tempo per vedere di cosa hanno parlato in classe negli ultimi 4 mesi del programma di letteratura latina.
Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni,
Notte di sogni, di coppe e di campioni
Pensieri confusi si accavallano, mentre lo studente cerca di sfogliare nervosamente il libro di latino. I sei elementi costitutivi della notte qui elencati rappresentano la mappa concettuale derivante da un uso improprio e prolungato di erbe tropicali nei mesi precedenti, autogiustificato come “vago interesse alla botanica”.
Notte di lacrime e preghiere,
La matematica non sarà mai il mio mestiere
Eccolo lì, il demone più temuto. In disparte fino al momento catartico della resa (lacrime e preghiere) e dell’accettazione dell’impotenza nel comprenderlo per poterlo contrastare degnamente.
E gli aerei volano in alto tra New York e Mosca,
Ma questa notte è ancora nostra,
Il panico genera anche una voglia di fuggire: dall’esame, dalle attese dei genitori, dai libri di scuola, dalle responsabilità della maggiore età e da tutto ciò che da domani sarà una nuova vita da affrontare. Ma, sostiene, “la notte è ancora nostra” ribadendo il concetto per la terza volta nel testo, come a dire che, evidentemente, la notte è ancora nostra…
Claudia non tremare
Non ti posso far male, se l’amore è amore
…quindi perché non approfittarne comunque per stemperare la tensione con la fidanzata Claudia, finalmente uscita dal traffico e finalmente in grado di consegnargli gli appunti attesi, nonostante questa si mostri qui evidentemente riluttante.
Si accendono le luci qui sul palco
Ma quanti amici intorno, mi viene voglia di cantare
Improvvisamente l’autore si ricorda di essere alla soglia dei 50, smette di fantasticare e comprende come nonostante quel 36 risicato di trent’anni prima, la vita gli ha regalato tante soddisfazioni e adesso si trova su un palco, circondato dall’affetto dei vecchi compagni di classe, attirati dalla prospettiva del biglietto omaggio e della consumazione nel backstage.
Forse cambiati, certo un po’ diversi
Ma con la voglia ancora di cambiare,
L’autore non può che notare, compiacendosi, come al belloccio Martinelli siano caduti tutti i capelli e si ritrovi pesantemente ingobbito. Il ricordo vola immediatamente a quando i due si contesero le gemelle alla gita del quinto anno. Anche qui c’è un verso sottointeso: “Che tu sia maledetto in eterno, brutto stronzo!”
Se l’amore è amore, se l’amore è amore,
Se l’amore è amore, se l’amore è amore,
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore, naturalmente.
BackToTheBlog
20/06/2016
NOTE
- Coraggio ragazzi, ci siamo passati tutti, ce la farete anche voi!
- Si, male che vada ci riproverete l’anno prossimo.
- L’immagine di copertina è stata presa dalla rete. Il ragazzo con la maglietta grigia e le mani fra i capelli è già un simbolo generazionale.
- L’autore, sappiatelo, sta dall’altra parte della cattedra ma ricorda ancora con la giusta dose di ansia e terrore il proprio esame di maturità.
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- La mia storia recente da prof, la trovate nella pagina Il prof emigrante: la cronaca dettagliata dei primi 100 giorni della mia nuova vita al Nord.
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