Day 83
Il far west al consiglio di classe
22/11/2016
Day 83 – Per un pugno di crediti… il far west al consiglio di classe
I consigli di classe di Novembre sono i primi in cui non si ha a che fare con l’aria fritta.
Per carità, l’espressione è un po’ forte, non che i primi fossero assolute perdite di tempo, ma di certo mancavano sicuramente della base delle basi di un qualunque discorso costruttivo sugli studenti: la conoscenza degli studenti stessi.
I nomi scritti sul registro, ad un mese di distanza dal precedente consiglio, sono finalmente volti ed episodi, gioie e difficoltà, lacrime versate (da loro) e fogli bianchi consegnati (a noi) nonostante gli incoraggiamenti, risate di gusto e rimproveri collettivi che sembrano omelie, simpatie e (purtroppo non bisogna negarne l’esistenza) antipatie che non possono e non devono avere influenze sulla nostra valutazione.
E’ quel momento in cui ti rendi conto, ad esempio, che più della metà della tua quinta superiore non avrebbe le carte in regola per arrivare agli esami, in alcuni casi neanche a quelli di terza media. Oppure, con immensa sorpresa, che il prodigio nella tua materia veleggia fra il 3 e il 4 in tutte le altre (e viceversa naturalmente, soprattutto se è la tua materia a rappresentare l’ostacolo insormontabile per antonomasia, lo zenit delle difficoltà scolastiche, il fumo nero nell’isola della disperazione studentesca).
Così, in questo primo consiglio di classe i docenti scoprono le proprie carte e la scena diventa un piccolo far west: troviamo il maniaco del profitto che pretende che la signora 50enne esca dalla scuola con le stesse competenze del 18enne che andrà all’università prestigiosa, la crocerossina che promuoverebbe tutti al primo certificato medico di raffreddore, lo sterminatore di anime che ha qualche scheletro nel suo armadio dei ricordi scolastici da vendicare, il collegiale che si limita a votare come la maggioranza anche quando non c’è nulla da votare, la madre premurosa che “io ho mio figlio all’ultimo anno del liceo classico e si sta facendo un mazzo così, quindi non regalo il diploma a nessuno perché questi bifolchi caproni analfabeti potrebbero togliere il lavoro al mio piccolo trottolino amoroso dùdùdù dàdàdà“, il vendicativo che serba millenario rancore alla prima reazione negativa da parte dello studente, il buffone di corte che non prende nulla sul serio e il severo castigatore di sguardi che tronca sul nascere ogni suo banale tentativo di portare allegria…
Insomma, tutte le carte sono già sul tavolo e per tutta la durata del consiglio si avvia un gioco strategico nel cercare sostegno reciproco: nascono alleanze e si delineano schieramenti talmente serrati che i politici modestamente, ci fanno un baffo.
Infine, il consiglio di Novembre è quello a cui partecipano per la prima volta, nella mezz’ora finale, gli studenti.
Anche questa scena, purtroppo, ha una sua ritualità ancestrale che difficilmente subirà mutamenti: gli studenti rappresentanti di classe, nella maggior parte dei casi i migliori, quelli a cui non hai nulla da rimproverare e con i quali ti prenderesti persino un caffè, stanno seduti lì, davanti a tutti gli insegnanti come di fronte ad un plotone di esecuzione che spara loro a raffica tutto ciò che non va in classe. Si alzano sfiniti, dopo aver provato a farfugliare le loro difese e vanno via devastati nella mente e nello spirito per ciò che dovranno riportare ai colleghi di corso. Che puntualmente, se ne fregheranno e continueranno a comportarsi come hanno sempre fatto.
Sono tentato di scrivere in una busta chiusa l’esito della quinta di cui abbiamo parlato ieri a fine anno, studente per studente, e depositarlo presso un notaio.
Ma non lo farò, mi piace pensare che le persone possano cambiare idea, ogni tanto.
Ma non lo faranno.
Il prof emigrante.
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Note-Quiz:
1) Io appartengo ad almeno 2 dei profili tratteggiati nel paragrafo sui partecipanti al consiglio. A voi indovinare quali.
2) Almeno due citazioni televisivo/cinematografiche da scovare nel testo. Buona fortuna!
3) Ieri la frenesia mi ha mandato in confusione: atterrato all’una, in consiglio all’una e mezza, alle 16.30, finiti i consigli per l’imminente inizio delle lezioni serali, mi sono fiondato nella classe in cui avrei dovuto far svolgere la “verifica scritta” (pare che qui al Nord la dicitura “compito in classe” non esista)(oppure sono vecchio ed uso una terminologia vecchia).Ho fatto una scenata perché erano presenti in pochi e i banchi non erano ancora stati sistemati. Non ho voluto sentire ragioni. Poi ho visto un collega in fondo all’aula che mi guardava strano. Ooooooops: il lunedì inizio non inizio alla prima ora, ma alla terza!
4) post edit: questo post è stato poi rivisitato in sede di scrutinio finale al link Per un pugno di crediti
Continua nel Day 84 – Dieci autosuggerimenti per attività più interessanti rispetto a correggere compiti in classe