Il prof emigrante – Dieci giorni apparentemente anonimi (Dal day 80 al day 89)
Day 85
Storie di sesso
(Live aeroportuale n.14)
Episodio 1: in consiglio di classe
Si parla di capacità degli studenti di addurre giustificazioni fittizie per le proprie mancanze (subito dopo che ci è stato riportato che un’alunna doveva il proprio scarso rendimento causato dall’arrivo di una nuova cucciolata).
Un Prof.: “Eppure vi assicuro che sto preparando verifiche di livello molto basso…. ma questa classe non va!“
Prof.ssa: “Non ditelo a me! Fortunatamente, ho trovato un metodo speciale per verificare che i ragazzi siano in grado di farle”
Lo stesso Prof.: ” E quale?”
Prof.ssa: “Le faccio fare a mio marito che ha fatto il geometra venti anni fa. Se ci riesce lui, ce la possono fare anche loro!”
Il Prof. Emigrante: “Massima solidarietà a tuo marito. Cosa può spingere un uomo adulto a svolgere in casa una verifica scritta di primo superiore?”
< boato di approvazione dei prof maschi >
Prof.ssa (senza scomporsi, alzando maliziosamente solo un angolo della bocca): “Eh, poi lo so ringraziare!”
< boato e basta >
Episodio 2: in classe
Ragazza over 30, disperata perché ha saltato il compito in classe della settimana scorsa.
R. “Prof, mi può interrogare oggi?”
P.E.: “Puoi recuperare la verifica come sta facendo la signora Xxxxxx. Vieni, mettiti in quel banco”
R. “Ma come? Scritta?”
P.E. “Si, come hanno fatto gli altri”
R. “No, prof. io non sono pronta per lo scritto, voglio farla orale”
P.E. ” Va bene, facciamola orale. Vieni alla lavagna”
R. “No!”
P.E. “No?”
R. “Prof, poi gli altri mi guardano. Io mi vergogno!”
P.E. “E di che?”
R. “Non so fare gli esercizi”
P.E.“E allora perché vuoi essere interrogata?”
R. “Volevo ripetere <questo>, <questo> e <quest’altro>”
P.E. “Aspetta, fammi capire: io non devo fare domande. Decidi tutto tu?”
R. “Si”
<la classe ridacchia alle sue spalle. Io, conoscendola, comprendo che per lei è già uno sforzo immane e decido di assecondarla>
P.E. “Va bene, facciamo come vuoi”
R. “Però, prof, no alla lavagna, vengo lì”
P.E. “D’accordo, vieni qui”
< la ragazza sorride e, presa dalla frenesia, corre verso la cattedra. Non trovando una sedia, si getta letteralmente e rumorosamente in ginocchio alla cattedra, di fronte a me, appoggiandosi sul tavolo con i gomiti come se stesse pregando in un confessionale >
P.E. (imbarazzato, pensando ingenuamente alla somiglianza con un gesto di umiliazione dello studente oltre che di – rispettabile – adorazione del prof) “Ma che fai? Alzati! Se passa qualcuno e ti vede, come minimo mi denunciano!”
R. “Ma no, prof… MICA SONO SOTTO IL TAVOLO!”
<boato collettivo di giornata n.2>
Il prof emigrante
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Note
1) Continua a piovere. Gli ultimi due “fasci” di compiti da correggere stamattina, con la stessa buona volontà di ieri mattina. Cosa c’è di più “uggioso“?
2) Ci avviciniamo alla quota fatidica dei 100 giorni di prof emigrante online. Sto valutando tante cose, in primis il tempo dedicatoci (mezz’ora al mattino, nei primi 50 giorni era sempre la sera/notte). Forse è giusto preannunciare la data di chiusura del diario. Devo ancora pensarci su: incredibilmente, sto ancora trovando qualcosa da raccontare ogni giorno: riuscirò ad andare avanti fino a giugno?