Il Prof Emigrante – Il resto dell’anno – Parte III (dal Day 277 al Day 365)
Day 365
La chiusura del cerchio (season finale)
31/08/2017
La sveglia stamattina mi ha chiamato alle 05.55.
Come sempre il suo suono non è stato accolto col sorriso, nonostante l’illusione che l’aver optato per un medley di musica rilassante e suoni naturali (cinguettio di volatili, sciabordio dell’acqua di ruscelli, versi grufolosi di simpatici animaletti) potesse mai cancellare il martellante ritmo di J.Ax e del suo “Come il crimineeeeee… senza regoleeeeeee…” che mi ha incessantemente accompagnato ieri sera fino all’ultimo pensiero cosciente, residuo molesto dell’ultima giornata di mare della stagione estiva 2017.
Così, mentre il sole di una nuova giornata faceva timidamente capolino all’orizzonte, inondando il mare di magici riflessi di luce e accompagnando Lei sull’uscio di casa verso una nuova giornata di lavoro, mi sono ritrovato seduto su un gradino della scala esterna a respirare l’aria pulita del mattino (*vedi nota n.3) e a a lasciar scorrere il pensiero verso quel 31 Agosto di un anno fa, il day -1 della vita del prof emigrante.
Ripensandoci, ho già fatto tanti bilanci: dopo i 100 giorni, alla fine del quadrimestre, alla fine dell’anno; non è necessario aggiungere altro a ciò che sapete già (è stata dura, ci sono stati momenti difficili così come episodi belli da ricordare, la famiglia è ancora qui, ho volato tanto, bla bla bla, ecc.).
Oggi, in questo giorno conclusivo, si parla solo del blog.
Ho iniziato perché sentivo finalmente di avere una storia interessante da raccontare, perché sapevo che come me c’erano tante persone – tanti insegnanti – nella stessa situazione e che avrei potuto trovare e magari fornire supporto a chi si trovava ad aver a che fare con gli stessi problemi.
Spazio al mio lato oscuro, adesso. Ho iniziato anche perché mi piace scrivere, mi piace sentire cosa pensa la gente di ciò che scrivo (un pizzico di vanità, concedetemelo), perché mi piaceva l’idea di avere una traccia documentata del mio percorso, perché mi stuzzicava l’idea di una community che potesse conoscermi ed apprezzarmi, seppur mantenendo l’anonimato.
Beh, magari per il primo mese è andata così: pubblicavo i post e li condividevo nei vari gruppi di insegnanti, alla ricerca del like che facesse espandere il gruppo di lettori, anche sbattendo il muso nelle critiche solite checazzotilamentihaifattodomandaeortenev
Con il tempo qualcosa è cambiato. I like anonimi sono diventati volti, avatar, con sorrisi o nomi di fantasia, i timidi commenti si sono trasformati in piccoli dialoghi e nel tempo la nostra è diventata una relazione… siamo diventati qualcosa di simile ad “amici”, nel senso meno facebookiano del termine.
Da like ricevuto a Proffollower ce ne passa, però…., ed adesso, giunti alla fine dell’anno solare di blog ho costruito mentalmente una piccola storia di ognuno di voi, per quanto naturalmente io riesca a ricordare (non fatevi idee del tipo “maniaco sociopatico” che si è appuntato per filo e per segno in un quadernetto di pelle nera le vostre informazioni personali).
Gli effetti di questo cambiamento sono stati principalmente due:
1) ho smesso di cercare i like, intorno ai 250 followers, ben sapendo con una punta di orgoglio che i vostri like sono di puro valore: non ci vuol nulla a leggere un fumetto o a guardare un post di poche righe. Ogni vostro like vuol dire che avete letto per diversi minuti i miei post, giudicato opportuno spendere del tempo per leggere ciò che scrivevo e, soprattutto, mi avete dato spesso un riscontro di averlo fatto. In quest’epoca in cui il tempo è un bene primario e prezioso, forse il più prezioso, ricevere in dono il vostro tempo è stato la maggiore fonte di soddisfazione per me.
2) ho “aperto il cuore”, lasciando a Back to the blog le velleità personali da web star ed, allo stesso modo, il desiderio di cercare la risata del lettore a tutti i costi. Il blog del prof emigrante è così diventato una sorta di Diario 2.0, in cui ho letteralmente messo in piazza me stesso.
Quasi con le lacrime agli occhi (ma sarà il sonno, no? Che altro?), siamo giunti alla chiusura del cerchio – stacco gli occhi dal pc, vado in terrazzo, guardo un’altra volta verso il sole già alto che si riflette sul mare in magici riflessi di luce (accidenti, l’ho già scritto, vero?) e illumina di un giallo intenso la figura maestosa e benevola dell’Etna che mi sovrasta – dopo 365 giorni in cui, volente o nolente, venivo sfiorato dal pensiero quotidiano di scrivere qualcosa sul blog, credo sia giunto il tempo di chiudere, ancora un po’, i battenti, accostando un altro po’ la porticina che fa entrare la luce.
Arriveranno ancora dei post da quello spiraglio, seppur a cadenza molto molto meno regolare, in cui magari avrò da raccontarvi qualcosa di epico (mi viene in mente la risalita a fine settembre sulla nave della speranza) o dei cambiamenti imprevisti (“prof emigrante, le comunichiamo che è stato sorteggiato come vincitore del concorso «Inventa una cattedra e rimanda a casa un prof!», congratulazioni!“).
O semplicemente (e più probabilmente) perché vi vorrò rivolgere un saluto affettuoso.
Il prof emigr…
ah, già…
dimenticavo…
A…
_________________________________
NOTE
1) Ogni promessa è debito, anche se a tempo limitato. La parte finale di questo post si autodistruggerà nelle prossime 24 ore.
2) Un sincero “in bocca al lupo” a tutti voi per l’inizio del nuovo anno scolastico, in particolar modo a chi si trova nella spiacevole condizione di dover lavorare lontano da casa o dalla famiglia. Sono con voi: sarà dura, ma possiamo farcela.
3) Infine un chiarimento sulla prima parte del post di oggi: “L’aria pulita del mattino” ha tutt’altro sapore se in casa ci sono ancora le tracce oleoso-olfattive dei “ritagli” di salmone che ho inavvertitamente comprato e preparato in sfoglia il giorno prima, scatenando le (sacrosante) ire di-chi-sapete-voi. No, in quest’anno di vita da single ho fatto dei passi avanti in cucina, ma non sono decisamente diventato uno chef.
4) “come il crimineeeeeee…. senza regoleeeeeeeee……” (Ma quanto è diseducativa questa canzone? Ma soprattutto… quanto sono vecchio dentro per pensare una cosa del genere?)
5) lfredo
Per navigare nei diario del prof emigrante, rileggere i giorni precedenti o saltare ad un periodo successivo, vai alla Pagina indice del Prof Emigrante