Day 302
La grande sfida (-1)
17/06/2017
E’ un piacere scrivere dal computer di casa. Una tastiera vera, uno schermo ampio, il rumore dei cartoni durante la merenda che giunge dall’altra stanza, un discreto gelo al limone appena mangiato, un bacio di Lei di passaggio (senza il solito sguardo da “mentre tu cazzeggi al computer, io passo l’aspirapolvere ed ho appena finito di stirare, devo sbrigarmi perché fra 10 minuti devo andare al lavoro“, miracolosamente ammansito dalla eccezionalità della mia presenza prolungata), pantofole comode ed alle spalle 4 giorni di pura normalità che tanto somigliavano ad una vacanza.
Ho persino nuovamente praticato la sublime arte del calcetto con gli amici.
Questi giorni di relax in famiglia fra gli scrutini finali e l’inizio della maturità mi hanno un po’ ritemprato, anche se le ferie estive sembrano ancora lontane e sta per iniziare una nuova aspra battaglia per la sopravvivenza (dei miei alunni) con nuove situazioni e nuovi protagonisti.
Ma ci sarà tempo per parlarne. Oggi mi concentro su una promessa avventata che ho fatto a me stesso, ma che soprattutto ho inopinatamente dichiarato davanti al mondo intero… anzi, vista la situazione attuale, ad ENTRAMBI i miei mondi.
Domani sarà il grande giorno in cui affronterò la salita di Superga in bici.
Da Gennaio, quando ho portato su in macchina la mia adorata mountain bike, regalo di LEI per i miei 40 anni (ne riparliamo nei commenti), ho iniziato un tiepido allenamento settimanale che pian piano mi ha portato alle soglie degli 80-100 km a settimana.
E’ stato piacevole soprattutto scoprire nuovi percorsi, in particolare lungo i corsi d’acqua, osservare nuovi panorami e parti del territorio lontane dalle consuete vie di comunicazione: come ad esempio quando sono finito in una zona completamente sabbiosa che, complici i 32 gradi di metà maggio, era molto più simile a Copacabana che alla riva destra del Po alle porte di Moncalieri; oppure quando, nella foga di seguire il corso d’acqua lontano dalle auto, sono finito a pedalare in mezzo alle baracche all’interno di un campo ROM sotto gli sguardi sorpresi e fin troppo interessati degli abitanti.
Tutto questo, a parte poche rare eccezioni, si è svolto esclusivamente in pianura. Diciamo che non sono stato molto intelligente, favorendo la ricerca della bellezza del paesaggio all’allenamento specifico. Anche se domani in fondo dovrò fare solamente 6 km, questi saranno al 15% di pendenza media, coprendo un dislivello di circa 600 metri. Praticamente mi dovrò arrampicare su un muro.
Se sopravviverò, domani sera il resoconto completo, ivi compreso l’elenco delle divinità invocate nelle varie lingue durante i 38 tornanti.
Il prof emigrante
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Note
1) Si, ho pensato a ricorrere al doping. Ma probabilmente non ne vale la pena.
2) Fra i tanti consigli degli amici semi-professionisti:
a) “mangia leggero a pranzo” – dovrei atterrare a Torino alle 12.55, arrivare a casa affamato alle 13.40 e Lei mi ha già detto che mi sta preparando l’insalata di riso. Riuscirò a portarla in aereo?
b) “prendi qualche barretta energetica prima di iniziare la salita”. Ho pensato istintivamente ad un paio di Mars, ma temo non intendesse quello
c) “fai lavorare il cuore, non le gambe“. Sul significato di questa frase ci sto ancora lavorando. Anche perché sono sicuro non si trattasse di una metafora.
3) Vi ho voluto bene.
4) A seguire, una “bloggata” dell’anno scorso riguardante la mia nuova esperienza in bici da quarantenne.
5) A proposito, qual è il significato nascosto nella mente di una moglie che per i 40 anni, regala al marito – che non ha mai visto pedalare – una mountain bike da semiprofessionista?
Sindrome da quarantenni/1 – Hai voluto la bicicletta? E ora…
Continua nel Day 303 – La grande sfida