Il Prof Emigrante – Il resto dell’anno – Parte III (dal Day 277 al Day 365)
Day 321
la fine degli esami
04/07/2017
(lettera aperta appena spedita gli studenti)
(“per conoscenza” la riporto anche a voi)
“Ci siamo, anche quest’anno è finita.
Faccio questo mestiere già da qualche anno ed ho portato tanti studenti con me alla maturità, fra l’altro in molti casi si è trattato di classi appartenenti a corsi serali come il vostro.
E se sto per dire a voi che siete stati degli studenti “speciali” non lo faccio per essere ruffiano, come il calciatore che bacia ogni anno la maglia diversa, ma perché siete stati protagonisti di un anno speciale della mia vita, il primo lontano da casa e famiglia, ed entrando nelle vostre classi, svolgendo il mio lavoro, ho trovato quella splendida normalità che tanto mi è mancata in tutto il resto della vita da novello emigrante.
Per un intero anno abbiamo lavorato (credo) bene, in un clima di rispetto reciproco e collaborazione, vissuto momenti divertenti, affrontato qualche screzio inevitabile e condiviso, indipendentemente dall’età in cui lo si affronta, un momento importante della vostra vita come l’esame di maturità.
Già, l’esame. Solitamente è il momento in cui di fronte al tabellone dei voti si rompe l’armonia, si inizia a litigare facendo dei confronti che distruggono amicizie e rapporti interpersonali (io stesso non vedo alcuni dei miei ex compagni di classe da quando sono stati pubblicati i risultati della mia maturità), che fanno uscire il peggio di noi nei confronti dell’intera categoria degli insegnanti.
Voglio solo consigliarvi di non guardare a “quel numero” come un giudizio assoluto, ma come insieme di tantissimi fattori indipendenti, strettamente legati a queste due settimane e, in parte, al vostro percorso scolastico. L’esame è fatto così, non potrà mai rispecchiare fedelmente i valori reali e le differenze fra di voi: c’è chi ha saputo giocarsi bene le sue carte, chi si è fatto prendere (in alcuni casi “divorare”) dall’ansia sperando solo che arrivasse il 4 Luglio 2017 prima possibile, chi, dispiace dirlo, ha sprecato un’occasione non dedicando allo studio il tempo necessario (ed in questo caso, purtroppo, si è visto bene).
Voglio ribadire – ci tengo davvero molto – che chi è uscito con 60 non deve MAI pensare di valere una mera sufficienza nella vita. Il voto è relativo, siete persone migliori di quanto un numero possa voler dimostrare. In ogni caso, sono contento che tutti gli ammessi siano riusciti a portare a casa il diploma… fortunatamente non saprete mai cosa è successo dopo ogni colloquio dietro quella porta che si chiudeva alle vostre spalle… (si, prevalentemente mangiavamo, ma questa è un’altra storia).
Con questa mail vi saluto, con gli occhi lucidi come chi dice addio alle persone care, e vi auguro il mio più grande IN BOCCA AL LUPO per il vostro futuro, nella speranza che possiate seguire i vostri sogni e che riusciate ad imboccare al meglio la strada che voi stessi vi preparerete.
Non sono più un vostro docente, da oggi, ma una persona come voi (si, in effetti, lo ero anche prima). Spero riusciate ad avere un buon ricordo di me come io lo avrò di ognuno di voi.
[nomideglistudenti][tutti]
Vi porterò sempre nel mio cuore.
Grazie,
[soloilnomedelprofemigrante]
P.S. Un ultimo pensiero deve essere dedicato a chi non è riuscito a raggiungere l’esame quest’anno. Vi invito a non mollare, a riprovarci con la massima determinazione. Un incidente di percorso può capitare, resto convinto fermamente che tutti voi, con la testa sgombra, un impegno decente e senza impedimenti esterni di vario genere, abbiate le potenzialità per raggiungere già dal prossimo anno tale risultato. ”