Il Prof Emigrante – Anno II – Riassuntone
Day 139
La dolce notte
11/02/2018
Da ormai un anno e mezzo, la sera, alle 21.30 prima e alle 22.30 poi, sono quasi sempre stato l’ultimo prof a “chiudere” la giornata, avendo avuto praticamente tutti i giorni l’ultima ora.
Forte dei dettami di una educazione di tipo “civile” impartitami dai miei genitori, prima di uscire ho sempre salutato chi rimaneva in istituto per un ulteriore quarto d’ora, cioè i collaboratori scolastici.
Data l’ora, il più delle volte (ok, tutte le volte) il mio saluto è stato un cordiale “Buonanotte“.
(oh, hanno tutte/i dai cinquanta ai sessantanni, sempre giornate di lavoro infrasettimanali piemontesi, cosa avrei dovuto dir loro: “Buonasera e divertitevi al night club?“)
La risposta ricevuta è sempre stata “Grazie e buonasera a lei!“, oppure “grazie, arrivederci“, oppure, più spesso, una risatina sommessa.
Mai nessuno ha risposto con un semplice “Buonanotte a lei” o una qualsiasi altra forma di ricambio di pari tono.
Dopo tutto questo tempo mi sono insospettito e di fronte alla consueta risatina serale della bidella (si può ancora chiamare così, no?) con cui ho un minimo di confidenza in più, un paio di giorni fa ho osato chiedere lumi.
“Guardi, prof., abbiamo notato questa sua forma di saluto… ma non fa niente, è bello comunque”
“Non capisco, che c’è di strano? E’ un insulto?” pensando di aver inconsapevolmente infranto chissà quale protocollo relazionale fra docenti e collaboratori.
— ulteriore risatina —
“Davvero, è un saluto sconveniente?”
“Beh, professore,… magari è un po’ troppo CONFIDENZIALE, non trova?”
Il prof emigrante
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Note.
1) Ho chiuso il post in silenzio, senza aggiungere la mia reazione… perché preferisco aspettare i vostri commenti
2) In realtà, me la sono fatta io una risata dicendole: “ma dai… siete strani, neh?”
3) E sì, questo è stato il mio primo “neh” spontaneo e non premeditato da quando sono salito su. Si vede che è tempo di cambiare aria.
Continua nel Day 139 – La dolce notte