Day -21
Non è scontato fare centro
10/08/2018
Su, abbassate il sopracciglio e toglietevi quel sorrisetto malizioso da donne supponenti: non sto parlando della tazza del water.
Un mesetto fa, ho festeggiato trionfalmente l’arrivo a Roma, immaginandomi affacciato da un loft con vista Cupolone, una fermata della metro sotto casa, un piatto di rigatoni all’amatriciana già fumante alle mie spalle e la possibilità di fiondarmi a Fiumicino in pochi minuti, con il malcontento per un affitto ben più alto ampiamente bilanciato da tutta una serie di vantaggi economico-sociali.
Pochi giorni dopo, ho capito che la mia destinazione non sarebbe stata la Capitale, città che amo, ma un paese della provincia, nell’ambito meno ambito (su, divertitevi a mettere gli accenti al posto giusto), l’unico lasciato libero dai trasferimenti provinciali verso mete più favorevoli.
Poi ho dovuto fare i conti con le bizzarre decisioni dell’USP di Roma, che non tiene minimamente conto della mia indicazione di preferenza e nonostante il punteggio più alto, mi sposta nel paese più remoto della provincia per motivi a me sconosciuti.
USP che, fra l’altro, brilla per disponibilità nei confronti dei docenti: il telefono ha squillato a vuoto, poi è apparso occupato, ma non ha MAI MAI MAI risposto nessuno; chiusura totale al ricevimento del pubblico a partire dai primi di agosto; ho attivato una PEC apposta per ottenere risposta in tempi brevi a cui nessuno ha mai dato risposta. Cosa avrei dovuto fare? Gettarmi in paracadute come un marine, atterrare sul tetto, svestirmi della tuta facendo apparire lo smoking scintillante, offrire una rosa rossa alla responsabile dei trasferimenti nelle scuole superiori e stordirla con le mie argomentazioni?
Niente, in fondo l’alternativa legittima mi garantiva appena 15 minuti di distanza in meno dall’aeroporto ed il posto, a pelle, mi piaceva di meno. Amen.
Tornando da Torino, dopo una pausa in Umbria dalla rigorosa vocazione culinaria presso il leggendario compagno di merende del primo anno, sono passato dalla nuova scuola e dal paese in cui sono finito, a me sconosciuto fino a quel momento: Subiaco. L’impressione è buona per entrambi (preside giovane e disponibile, paese piccolo e carico di storia), speriamo che sia un anno piacevole.
Diverso lo sarà di sicuro: passerò da una città con oltre un milione di abitanti ad una con meno di 10.000 anime.
D’accordo – non potendo ragionevolmente tornare a casa – avevo manifestato voglia di cambiare aria e di fare esperienze nuove, ma qui il salto è un triplo carpiato con avvitamento dorsale… e la piscina di arrivo è davvero minuscola.
Ce la farò, ce la faremo, anche quest’anno, sfruttando la maggiore esperienza (ho già quasi bloccato la nuova casa) e la solita determinazione (presa di servizio 1 Settembre mattina, volo di rientro ad ora di pranzo, matrimonio di amici a casagiù nel pomeriggio🤦♂️) nel continuare la mia vita di sempre.
Il prof emigrante
_______________________
NOTE
1 – Riguardo il primo periodo del post, va detto per gli amanti delle statistiche che la mia percentuale di realizzazione è aumentata esponenzialmente, da quando ho realizzato nei primi mesi di esperienza di vita da solo, che toccava solo ed esclusivamente a me pulire il bersaglio.
2 – Quanto si mangia bene in Umbria?