Day 3
Il fascino dei numeri
03/09/2018
I numeri mi danno un lavoro, per cui è naturale che io li tratti con un certo riguardo.
Dovremmo farlo un po’ tutti: ci circondano, ci misurano, ci gratificano, ci offrono una visione oggettiva delle cose.
Insomma, quando si palesano a noi in tutta la loro potenza non possiamo e non dobbiamo ignorarli.
Loro ci indicano la via e negli ultimi 3 giorni mi hanno dato diversi motivi per farmi comprendere quanto la mia ultimamente sia contorta.
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1 – l’ultimo frutto del mio bonus docenti 2016-2017, corrispondente al 4% del totale (La parte utile, visto che il restante 96% è andato “culturalmente” sprecato in un master acchiappapunti di mobilità) è il libro “il museo dei numeri” di Piergiorgio Odifreddi.
Per quanto non sia scorrevole da leggere e trasudi spocchia da matematico puro in ogni pagina (in una scala di voglia e semplicità di divulgazione scientifica che arriva ad Alberto Angela e parte dal Medico Burioni, Odifreddi si colloca parecchio al di sotto di quest’ultimo), fornisce un sacco di informazioni interessanti sulla storia e le curiosità relative ai numeri, da spendere in aula e fuori.
Io le ho spese sull’aereo ieri sera, quando tirando fuori questo libro ho incuriosito i due ragazzi ventenni che amoreggiavano accanto a me. Pochi minuti dopo, nel mio dormiveglia – un po’ indotto dal libro stesso -, sentivo:
“Ma che, davero?”
“Ma de che parla?”
“Ma perché nun se diverte?”
“a, fatte ‘na vita, bbello!”
“Sai che palle, questo? Pensa a su’ moje, poraccia”
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2 – Al terzo anno in cui mi gioco la carta dell’assegnazione provvisoria, la domanda è stata declassata – come gli uragani – da momento di speranza a elemento folkloristico della mia estate. Dopo due anni di posizione n.12, mi ritrovo incredibilmente in graduatoria al n.6. Il file delle disponibilità parla chiaro: cattedre disponibili: ZERO. Al 1 settembre, mentre vagavo fra cadaveri di vecchiette e cavalli selvaggi, mi arrivano diverse telefonate: assegnazioni fatte, saltano fuori 2 cattedre, un tizio si sposta sul sostegno et voilà: sono il terzo degli esclusi.
In numeri: 12 6 0 1 2 3.
La somma fa 24, sottraendo alla prima cifra tutte le altre si ottiene 0 che equivale alla terza cifra della sequenza, terza come la mia posizione residua nonché ultima cifra dell’intera sequenza. Ancora, moltiplicando fra di loro le cifre pari, si ottiene un multiplo delle cifre dispari, ma se inseriamo nel prodotto anche lo 0, non possiamo che ottenere lo zero, che è il valore che riassume in modo perfetto l’utilità e la valenza scientifica della “supercazzola” numerica che avete appena letto.
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3 – Nel Day 1 del mio terzo anno da emigrante ho deciso estemporaneamente di tornare a diffondere il mio verbo nei vari gruppi di insegnanti (che analizzandoli bene sono tutti perfettamente contrapposti negli interessi che difendono, ma ne parleremo un’altra volta) ed il riscontro è stato positivo. Ai miei 350 proffollowers che mi seguono da due anni si sono aggiunti oltre 170 nuovi arrivi, facendomi scavalcare quota 500 likes alla pagina.
Ne sono felice? Si, magari ci può essere un po’ d’ansia da prestazione (a quest’età può capitare) (dov’è la faccina che solleva maliziosamente l’angolo della bocca quando serve?) nel cercare di farmi apprezzare anche dai nuovi, ma è sicuramente una cosa positiva per quel poco di vanità personale che posso permettermi.
A riportarmi a terra, ci ha pensato mia figlia dodicenne, con la brutalità che solo a quell’età si può avere: “Sai, tesoro, ho superato le 500 persone che mi seguono su facebook”, “Ah, bravo Papi, appena raggiungi i miei 1.200 follower su Instagram ne parliamo!“.
(Disclaimer: la sua vita di Instagram consiste nel realizzare fanart e fanbook su Harry Potter. Ha iniziato 3 mesi fa. Ha il divieto assoluto di postare foto di se stessa e informazioni personali. Almeno finché non avrà trentacinq… ehm… finché i tempi non saranno maturi)
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4 – Primo giorno reale di lavoro, stamattina, con il collegio docenti. Al terzo minuto dentro l’istituto, una professoressa over60 volteggia in corridoio con la disinvoltura dell’adolescenza, roteando la borsa come la gonna di Marylin Monroe, mi colpisce la mano ed il telefono che sorreggeva facendolo volare sul bordo di un timoroso vaso in coccio fra vasi di ferro. Vetro in frantumi e ottimo presagio per l’anno scolastico che sta per iniziare. Ah, la prof.ssa in questione non si è accorta di nulla.
Nel blog, avevo già parlato di una situazione del genere qui
Cosa centrano i numeri qui? Tantissimo, perché in quella rubrica c’erano tutti i numeri di telefono degli appartamenti che avrei dovuto visitare fra oggi e domani.
La mia situazione attuale, acquistata in fretta e furia per 35€ al fine di mantenere un minimo di contatto con casa———————————————————————————–
5 – Ho comprato Cristiano Ronaldo al fantacalcio e mi è praticamente costato un rene. Negli ultimi 10 anni non aveva mai fatto tre partite di fila senza segnare un gol, da quando si è accasato da me è andato in letargo. Sono cose belle di cui vi volevo assolutamente rendere partecipi: altro che palleggiare insieme a Torino.
6 – Ci credereste? Al quarto giorno di ricerca intensa, io e un appartamento abbiamo fatto “Zing”. (Seguono aggiornamenti) (immagino qualcosa come “Sai, ho parlato con mio marito… e abbiamo deciso di non affittarlo più”)
Il prof emigrante (analogico)