Day 27
Nuove esperienze
27/09/2018
I miei primi panni stesi al sole ed asciutti dopo appena mezza giornata.
Dopo i due anni torinesi di biancheria stesa in casa accanto al termosifone, con conseguente perenne puzza di umidità anche sugli abiti puliti, in un appartamento il cui reale unico difetto era la perenne mancata esposizione diretta alla luce del sole, un significativo passo avanti.
Non dovrò più cercare di sfruttare le poche opportunità concessemi dall’ambiente circostante, come calcolare con discreta precisione l’intervallo orario in cui il sole si rifletteva nel finestrone dell’ultimo piano del palazzo di fronte (in questo periodo, dalle 9,30 alle 10.00 C.E.T.) per guadagnare quei 3 gradi in più nell’angolo destro del balconcino.
Per non parlare della differenza fra le lenzuola distese sui fili al vento e quelle piegate IN SEDICI a Torino, che le stendevo al venerdì e le trovavo (forse) asciutte al mio ritorno il lunedì.
Finalmente una soddisfazione e, soprattutto, tutt’altro odore nel ritirarli freschi di bucato. Il piccolo cortile della mia “casina di Up“, inizia ad avere un senso.
Il prof emigrante
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NOTE
Definizione di “Casina di Up”.
Prendete un’unità abitativa singola, quasi una villetta con un piccolo patio anteriore, ponetela in mezzo a due palazzi ad “L” frontali di circa otto piani cadauno, con un solo lato scoperto rivolto al sole. Accanto ad una fontana monumentale attorniata dalle immancabili scalinate, praticamente sotto gli occhi di tutti i balconi (e degli anziani che sembrano viverci) (intendo proprio nei balconi, tutto il giorno) c’è la mia nuova “CasaSu” e, nel piccolo cortile, la mia biancheria stesa.