Day 32
Il buon vicinato
02/10/2018
Anni luce dal rapporto di cristallina indifferenza reciproca con il burbero vicino del pianerottolo torinese, mi ritrovo qui al paesello in una situazione di “relazione complicata” con il cordiale signore anziano con cui divido l’ingresso dei nostri cortili.
Non mi preoccupa il saluto sistematico ad ogni mio ingresso ed uscita da casa, né il rumore delle mani che scostano le tendine di metallo ogni volta che esco per differenziare la spazzatura nei cinque diversi contenitori, né persino le conseguenti discussioni serali sul meteo (“che ne pensa, pioverà a Novembre?”) (“Ha visto che bel clima che abbiamo qui?”) (“Ricordo la nevicata dell’autunno del ’72…”) che servono a mitigare il successivo rimbrotto perché ho messo il piatto di plastica nella plastica e non nella carta, una mia applicazione errata delle direttive comunali, della quale si è accorto a distanza di 19 metri.
Un po’ mi mette in difficoltà la difficoltà nell’interloquire con un signore anziano che parla quasi SOLO in dialetto e che, purtroppo, non scandisce bene le parole, costringendomi ad una serie di annuizioni sistematiche e suoni gutturali d’assenso di fronte all’ignoto, per i quali di sicuro prima o poi verrò smascherato.
Ora però, al rientro da scuola, sto iniziando ad accorgermi di episodi inquietanti.
Dopo il passaggio della raccolta differenziata, trovo sistematicamente il mio contenitore vuoto, riposto insieme agli altri in fondo al MIO cortile, il gancio con cui di solito lo attacco alla ringhiera esterna posizionato correttamente sul davanzale della finestra della MIA camera da letto, il cancelletto divisorio che permette di accedere al mio territorio recintato accostato con garbo e, per chiudere in bellezza, le piante di cui io dovrei avere cura (e, su questo devo ammetterlo, nelle prime settimane sono stato lacunoso), regolarmente innaffiate.
Quindi, posto che non c’è cattiveria, ma solamente una forma – acuta – di gentilezza fra vicini, mi e vi chiedo… quale sarà il suo prossimo passo? Me lo ritroverò già dentro, sul divano con la birra stappata pronto a guardare insieme la partita “dàa Roma“?
Il prof emigrante
Continua nel Day 48 – pausa di riflessione