Day 159
Lettera aperta
07/02/2019
Cara Signora del palazzo di fronte,
Come va la vita? Sta bene? Sua figlia è con lei?
La sentivo oggi particolarmente vicina a me e di questo la ringrazio. Ha osservato minuziosamente tutta la mia procedura di smistamento della spazzatura, ho sentito parte dei suoi commenti con la giovane donna che si è affacciata alla finestra attigua dopo il suo discreto richiamo.
Ho anche avvertito il leggero disaccordo fra di voi nel momento in cui ero indeciso se posizionare un contenitore nel cesto della plastica o nel cesto dell’indifferenziato, in qualche modo “gustandomi” l’innalzarsi del tono della vostra discussione quando l’ho invece appositamente gettato nella carta suscitando la vostra indignazione prima e il sollievo poi, quando l’ho riposizionato nel giusto contenitore.
Sono lieto che voi approfittiate dei vantaggi che vi fornisce il vostro essere in una posizione maggiormente elevata rispetto alla mia (non è il momento di parlarvi della triste storia di Anakin e ObiWan, non credo la capireste), comprendo che mantenere un controllo diretto e minuzioso sulle attività del quartiere al giorno d’oggi è importante, soprattutto in questi paesini in cui non accade mai nulla di eclatante.
Anche l’alzare il tono della voce per farmi sentire gli argomenti della vostra discussione, cercando di costringermi a girarmi verso di voi e partecipare alla discussione con argomenti accattivanti, come le diverse abitudini della vecchietta che viveva nella mia casina rispetto alle mie, giusto per avere l’occasione di parlare con me ed indagare sul mio conto… che devo dirvi? E’ proprio una grande idea. Non vedo l’ora di essere dell’umore giusto e di avere il tempo necessario, giusto quel paio di orette, per poter appagare questo vostro sano desiderio.
Ad ogni modo, devo andare al lavoro. Spero lo spettacolo sia stato di vostro gradimento. In futuro, con l’arrivo della bella stagione, conto di effettuarlo a torso nudo per suscitare in voi sensazioni più forti.
Non è giusto che questi 10 metri che separano le nostre case siano un così grande ostacolo alla vostra legittima ed inesauribile sete di conoscenza.
Con affetto,
Il Prof Emigrante